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Tristezza o depressione? Ecco come capirlo

Alessandra Magrelli – Centro Interazioni Umane

 

Le emozioni giocano un ruolo fondamentale nella nostra vita: tutte sono essenziali per la sopravvivenza e per lo sviluppo dell’essere umano. Tra le emozioni  di base troviamo la tristezza che viene spesso vista in modo negativo  con una sempre maggiore tendenza ad associarla alla parola depressione, arrivando in alcuni casi ad erroneamente sovrapporre questi due concetti.

Ma quindi che differenza c’è tra una grande tristezza e la depressione? Come possiamo differenziarle?

All’interno di questo articolo chiariremo questi due importanti concetti e parleremo delle diverse terapie e dei test per la diagnosi del Disturbo Depressivo Maggiore.

 

Tristezza o depressione: facciamo un po’ di chiarezza!

 

La tristezza è una risposta fisiologica naturale che può essere provata nella vita di tutti i giorni, ad esempio a causa di delusioni, della lontananza di persone care, di insuccessi, oppure a causa di eventi particolarmente difficili, come lutti o esperienze traumatiche.

La tristezza ci fa provare un profondo senso di disagio, svalutazione, spesso accompagnato da crisi di pianto. Quando siamo tristi, capita a volte di sentirsi senza energia e senza voglia di fare nulla. Questa emozione, anche se associata a sensazioni sgradevoli, è in realtà fondamentale per aiutarci a capire come ci sentiamo e di cosa abbiamo bisogno.

La tristezza è un’emozione che ha una durata variabile e soggettiva.

Se questa grande tristezza però perdura per un lungo periodo, ha un significativo impatto su diverse aree di vita della persona e diventa invasiva, potrebbe trattarsi di un Disturbo Depressivo Maggiore.

 

 

Quando la tristezza può trasformarsi in un disturbo?

 

La quinta edizione del Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DSM-5) mostra diverse forme di Depressione:

  • Disturbo Depressivo Maggiore
  • Disturbo Depressivo Maggiore ricorrente con andamento stagionale
  • Disturbo Depressivo Persistente (Distimia)
  • Disturbo Disforico Premestruale
  • Disturbo da Disregolazione dell’Umore Dirompente
  • Disturbo Depressivo indotto da sostanze/farmaci
  • Disturbo Depressivo dovuto ad altra condizione medica

 

Attualmente, circa il 3,8% della popolazione mondiale soffre di un Disturbo Depressivo Maggiore. La depressione maggiore (DM) è l’espressione tipica della depressione e di solito si manifesta in forma episodica, cioè con periodi di durata variabile.

I sintomi comuni tra i disturbi depressivi sono una marcata tristezza, un umore irritabile, e la sensazione di vuoto, accompagnati da cambiamenti nell’individuo che impattano vari aspetti della vita della persona.

Nello specifico, i sintomi per la diagnosi di Depressione Maggiore, che si presentano per la maggior parte della giornata sono i seguenti:

  • tristezza, perdita di piacere o interesse, sentirsi vuoto
  • rabbia e irritabilità
  • stanchezza e mancanza di energia
  • diminuzione o aumento dell’appetito e del peso
  • difficoltà a concentrarsi e ricordare le cose
  • rallentamento psicomotorio
  • problemi relativi al sonno: dormire poco (insonnia) oppure troppo (ipersonnia)
  • sentimenti di colpa, autosvalutazione
  • pensieri ricorrenti di morte o di suicidio

 

Questi periodi sono caratterizzati da sintomi che:

  • sono presenti durante tutto il giorno
  • compromettono diverse aree di vita delle persone

 

Ciò che caratterizza la diagnosi di un disturbo depressivo è la durata dei sintomi e quanto questi compromettano il funzionamento della persona in vari ambiti di vita. Inoltre, ogni disturbo depressivo si può presentare in modo ricorrente in determinate condizioni (es. stagioni, cicli ormonali, cronicità).

Può capitare anche di soffrire  di un singolo episodio di depressione durante l’arco di vita, spesso preceduto nei mesi antecedenti da un evento stressante (lutto, separazione, perdita del lavoro, importanti problemi economici, malattia fisica).

La depressione può essere lieve, moderata o severa, questo varia sulla base del vissuto di una persona.

 

 

Test per la depressione

 

Di seguito presenteremo brevemente alcuni test, ricordando che l’autodiagnosi è fortemente sconsigliata, e che quindi  possono essere somministrati, interpretati e restituiti alla persona solo da un professionista della salute mentale.

Inoltre, la diagnosi, da parte di un professionista, potrebbe includere la compilazione di alcuni questionari molto diffusi e con buone qualità psicometriche, associata ad un colloquio.

 

 I test più utilizzati per la diagnosi della depressione sono:

 

 Beck Depression Inventory (BDI; Beck et. al, 1961)

Il BDI è uno strumento che va ad indagare le aree somatico-affettiva e cognitiva; è composto da 21 item su una scala Likert a 4 punti e si richiede di scegliere una delle opzioni proposte che meglio rappresenta lo stato d’animo attuale.

Di seguito, un esempio di item presente nel BDI.

Item 1:

  1. non mi sento triste
  2. mi sento triste o malinconico
  3. sono malinconico o triste per tutto il tempo e non so come uscirne fuori
  4. sono talmente triste o infelice da non poterlo sopportare

 

Patient Health Questionnaire-9 (PHQ-9; Kroenke et. al, 1999)

 Il PHQ-9 è un test self-report composto da 9 item. E’ utilizzato per la diagnosi, il monitoraggio e per determinare il grado di gravità della depressione.

Test per la depressione di Goldberg (Goldberg et. al, 1988)

Il test per la depressione di Goldberg è composto da 18 item e va ad indagare e a tenere traccia settimanalmente del proprio umore.

 

 

I trattamenti per la depressione

Gli interventi più utilizzati per il trattamento della depressione sono i percorsi di psicoterapia e il trattamento farmacologico.

 

Acceptance and Commitment Therapy

 

Tra i vari approcci psicoterapeutici tra i quali è possibile scegliere, l’Acceptance and Commitment Therapy (ACT) è una delle terapie che ha mostrato maggiore efficacia nel trattamento della depressione.

La divisione 12 dell’American Psychological Association elenca l’ACT tra gli interventi psicologici supportati dalle evidenze scientifiche. L’ACT promuove la flessibilità psicologica, concentrandosi sui processi di defusione, accettazione, mindfulness e sé come contesto, promuovendo anche un’azione basata sui valori impegnati per il cambiamento comportamentale (Seshadri A. et al., 2021).

Come riportato nello studio di Zhenggang B. e colleghi, gli autori hanno confrontato diversi articoli presenti in letteratura e tramite un’analisi statistica hanno confermato l’efficacia dell’ACT per i disturbi depressivi.

 

 

Dialectical Behavior Therapy

 

Anche la Dialectical Behavior Therapy (DBT) si è dimostrata essere efficace nella gestione di casi acuti di depressione negli adolescenti. La DBT, inoltre, si propone come modello per la regolazione delle emozioni particolarmente intense ed è considerata un trattamento efficace per ridurre i ripetuti tentativi di suicidio in soggetti con grave depressione (Ema S. et al, 2020).

 

Mindfulness Based Cognitive Therapy

 

Un importante programma basato sulla mindfulness per il trattamento dei disturbi depressivi è il Mindfulness Based Cognitive Therapy (MBCT; Segal, Williams e Teasdale, 2002). Questo programma rappresenta un adattamento più mirato e specifico rispetto al programma Mindfulness Based Stress Reduction (MBSR).

L’obiettivo dell’MBCT è quello di allenare a vedere i pensieri come eventi nella mente indipendenti dal loro contenuto e dalla loro valenza. Dunque, lo scopo non è di ripararli o modificarli, ma di poterli accogliere con maggiore leggerezza e consapevolezza.

 

Trattamento farmacologico

 

Per concludere, il trattamento farmacologico deve essere valutato e impostato da un medico psichiatra ed è tipicamente più efficace se associato ad un percorso di psicoterapia.

 

 

Per approfondire:

Aminpoor, H., Afshinfar, J., Mostafaei, A., & Ostovar, S. (2012). Validation of Goldberg’s Depression Scale in academic and non-academic peoples. Ann Biol Res, 3(9), 4564-4573

 

Bai, Z., Luo, S., Zhang, L., Wu, S., & Chi, I. (2020). Acceptance and Commitment Therapy (ACT) to reduce depression: A systematic review and meta-analysis. Journal of affective disorders, 260, 728–737. https://doi.org/10.1016/j.jad.2019.09.040

 

Beck, A. T., Ward, C. H., Mendelson, M., Mock, J., & Erbaugh, J. (1961). An inventory for measuring depression. Archives of general psychiatry, 4, 561–571. https://doi.org/10.1001/archpsyc.1961.01710120031004.

 

Saito, E., Tebbett-Mock, A. A., & McGee, M. (2020). Dialectical Behavior Therapy Decreases Depressive Symptoms Among Adolescents in an Acute-Care Inpatient Unit. Journal of child and adolescent psychopharmacology, 30(4), 244–249. https://doi.org/10.1089/cap.2019.0149.

 

Jackson-Koku G. (2016). Beck Depression Inventory. Occupational medicine (Oxford, England), 66(2), 174–175. https://doi.org/10.1093/occmed/kqv087.

 

Costantini, L., Pasquarella, C., Odone, A., Colucci, M. E., Costanza, A., Serafini, G., Aguglia, A., Belvederi Murri, M., Brakoulias, V., Amore, M., Ghaemi, S. N., & Amerio, A. (2021). Screening for depression in primary care with Patient Health Questionnaire-9 (PHQ-9): A systematic review. Journal of affective disorders, 279, 473–483. https://doi.org/10.1016/j.jad.2020.09.131.

 

Segal, Z. V., Williams, J. M. G., & Teasdale, J. D. (2002). Mindfulness-based cognitive therapy for depression: A new approach to preventing relapse. Guilford Press.

 

Seshadri, A., Orth, S. S., Adaji, A., Singh, B., Clark, M. M., Frye, M. A., McGillivray, J., & Fuller-Tyszkiewicz, M. (2021). Mindfulness-Based Cognitive Therapy, Acceptance and Commitment Therapy, and Positive Psychotherapy for Major Depression. American journal of psychotherapy, 74(1), 4–12. https://doi.org/10.1176/appi.psychotherapy.20200006.