“Ti voglio troppo bene per litigare con te per i compiti”. Gestire i compiti a casa a Natale
Camilla Iannaccone – Centro Interazioni Umane
Si inizia con una ricerca di scienze e si finisce con urla, porta che sbattono ed eventualmente il genitore che a notte fonda finisce di preparare la ricerca al posto del figlio.
I compiti a casa rischiano di avere ricadute negative per la relazione genitori e figli, oltre ad ostacolare la crescita dei bambini e supportarli nel compito di renderli autonomi.
In questo articolo ricorderemo qual è il vero scopo dei compiti e come preservare la relazione mentre alleniamo i nostri figli ad affrontare le sfide della crescita.
Perché non abolire i compiti?
Qualche volta viene perso di vista il vero scopo dei compiti, seguendo il concetto che “i compiti vanno fatti perché vanno fatti”.
Il rischio è di ritrovarsi sfiniti e demotivati a memorizzare insieme alla propria figlia i sette Re di Roma o in quali regioni si coltiva la barbabietola da zucchero, solo per evitare la nota della maestra o perché “non sono il genitori che manda sua figlia a scuola senza compiti”.
A cosa servono realmente i compiti a casa?
Il lavoro didattico in autonomia ha davvero tantissimi vantaggi. In particolare,
- Sostiene il senso di responsabilità;
- Nutre la curiosità;
- Insegna ad utilizzare diverse risorse, come labiblioteca, internet, l’uso dei testi;
- Permette un’elaborazione più profonda e consolidata del materiale didattico.
Costringendo i figli a fare i compiti – e qualche volta litigando per questo – i genitori spesso vorrebbero proteggerli dallo stress di un brutto voto, di una nota, o di un richiamo.
L’obiettivo dei genitori in realtà non è proteggere i figli dallo stress, ciò è impossibile oltre che dannoso! Si rischia di privarli della possibilità di mettere in campo le proprie risorse, sviluppare una motivazione interna e le loro abilità di problem solving.
È invece possibile aiutare i propri figli a far sì che il loro cervello si alleni a rispondere allo stress, e i compiti a casa sono un’ottima opportunità per farlo!
Compiti a casa insieme ai genitori: sì o no?
È importante tenere a mente cosa vogliamo veder crescere nei nostri figli: quel senso di curiosità, autonomia e responsabilità.
Sorvegliando strettamente lo svolgimento dei compiti si rischia di rinforzare nei figli l’idea che sia responsabilità di qualcun altro, che possono anche non occuparsi dei compiti perché ad un certo punto arriverà qualcuno che li costringerà a farli.
In che modo puoi aiutare tuo figlio a fare i compiti a casa?
I genitori possono essere presenti e di supporto durante il processo, senza sostituirsi ai figli. Il compito dei genitori è quello di mostrare fiducia nella capacità dei figli, ragionare insieme su quali informazioni e materiali possono essere necessari per questa attività, insegnare ai figli che l’errore è parte del naturale processo di apprendimento e il fallimento è in realtà il segnale che è l’ora di un cambiamento di attitudine.
Aiuta tuo figlio a creare delle connessioni tra la scuola e il quotidiano: si possono raggiungere gli stessi scopi dei compiti anche andando ad una mostra, facendo una ricerca on line o in biblioteca, tramite una riflessione condivisa, sollecitando curiosità su un certo argomento…
Bilancia responsabilità e relazione
Puoi stabilire dei limiti e trasmettere con serenità il messaggio che i compiti sono una responsabilità del figlio, mentre te come genitore hai anche delle altre priorità che riguardano la relazione con il figlio o la cura di sé come individuo.
Invece che chiedere “Hai dei compiti stasera?”, domandare invece “C’è qualcosa che posso fare per aiutarti? Mi piacerebbe saperlo così posso organizzare la mia serata”.
È possibile anche stabilire a priori una disponibilità oraria “Ti aiuterò volentieri a fare i compiti dalle 18.00 alle 20.00, il resto della serata invece lo vorrei dedicare a fare due chiacchiere/vedere un film insieme/fare una passeggiata”.
Sì ma…gli ho lasciato fare i compiti da solo e non li ha fatti. Non funziona!
Invece ha funzionato alla perfezione! Tuo figlio non ha fatto i compiti e ora deve capire come risolvere la situazione.
È un’occasione per assumersi le sue responsabilità, costruire competenze di autonomia e problem solving, scoprire i suoi limiti e valutare cosa avrebbe potuto fare di diverso o quali risorse avrebbe potuto utilizzare.
Sta allenando abilità che gli serviranno ben oltre i banchi di scuola e che arricchiranno la sua crescita personale.