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Sai vivere nel qui ed ora?

Lilian Pasquini – Centro Interazioni Umane

 

Nelle nostre vite frenetiche fatte di lavoro, organizzazione e gestione della casa, relazioni sociali e chi più ne ha più ne metta siamo immersi nella routine, nelle abitudini, nel continuo pensare e pianificare ciò che dobbiamo fare domani. Vivere nel qui ed ora sembra quasi qualcosa di impossibile.

 

La nostra mente è una splendida macchina che pianifica e risolve problemi e lo fa senza bisogno di nostre indicazioni e in qualsiasi momento della giornata. È così portata nello svolgere questo compito che riesce a farlo anche mentre stiamo facendo altro.

 

Quante volte ci è successo di entrare in una stanza di casa per non ricordare cosa volevamo fare in quella precisa stanza? O quante volte leggendo un libro siamo arrivati in fondo alla pagina per accorgerci che non avevamo capito nulla di ciò che abbiamo appena letto e dover quindi ripartire dall’inizio? Quante volte invece che essere nel qui ed ora eravamo da tutt’altra parte?

 

Scopri perché sentiamo sempre di più parlare dell’importanza del vivere nel momento presente e perché muoverci nella vita con la modalità autopilota può essere problematico e dannoso leggendo questo articolo.

 

Vivere con il pilota automatico lontani dal qui ed ora

 

La maggior parte di noi vive gran parte della giornata con il pilota automatico innescato. Cosa vuol dire?

 

Le attività e ciò che facciamo ogni giorno è molto probabile che facciano parte di una routine. La mattina ci svegliamo, andiamo in bagno, facciamo colazione come tutti i giorni, ci laviamo, ci vestiamo e usciamo di casa, ci spostiamo verso lavoro, scuola o ovunque dobbiamo andare e iniziamo la nostra giornata. 

 

Quale di queste attività facciamo con piena consapevolezza? Molto probabilmente nessuna. È normale non prestare piena attenzione a qualcosa che facciamo tutti i giorni, sappiamo già come si fa, sappiamo cosa aspettarci.

 

Ma nel frattempo, se la nostra mente non è attenta a ciò che facciamo, dov’è? Sappiamo benissimo che è tutt’altro che in silenzio, ma cosa ci dice? Su cosa si focalizza?

 

Il cervello, nel momento in cui la nostra attenzione non è indirizzata verso un compito specifico, entra in uno stato in cui si attivano determinati circuiti neurali che vengono chiamati rete di default (Default Mode Network). Un po’ come un computer quando si attiva lo screen saver e iniziano a passare diverse immagini, la mente inizia a produrre pensieri che sono indipendenti da ciò che stiamo facendo e ciò che sta accadendo nel momento presente, ed inizia a vagare. È stato osservato che questo vagare della mente potrebbe essere causa della nostra infelicità.

 

La mente che vaga è una mente infelice

 

Uno studio molto interessante condotto all’università di Harvard nel 2010 da Killingsworth e Gilbert ha mostrato come il pensare ad altro, vagare con la mente, mentre viviamo le nostre vite ha un enorme costo emotivo.

 

In un campione composto da più di duemila persone hanno visto come in almeno il 30% dei partecipanti la mente vagava in ogni attività della giornata, tranne una, il sesso.

 

Il contenuto di questo vagare della mente variava da contenuti positivi, negativi e neutri, così come le situazioni e attività prese in considerazione nello studio. La mente infatti si è vista vagare sia in attività spiacevoli che in attività piacevoli o neutre.

 

I risultati dello studio hanno mostrato come le persone la cui mente vagava maggiormente riportavano minori livelli di felicità, rispetto a coloro la cui mente vagava meno e che era quindi concentrata nell’attività svolta, nel momento presente.

 

Possiamo riassumere così i risultati dello studio: 

  • Coloro la cui mente vaga durante attività spiacevoli risultano essere meno felici di coloro la cui mente non vaga durante attività spiacevoli.
  • Coloro la cui mente vaga verso pensieri piacevoli risultano essere meno felici di coloro la cui mente vaga in maniera minore.

 

Questi risultati mostrano come non è né la natura dell’attività né la valenza dei pensieri a renderci infelici bensì il non essere presenti, davvero presenti, mentre ci muoviamo nella vita.

 

I benefici del vivere nel qui ed ora

 

Portare l’attenzione nel momento presente come abbiamo visto risulta essere benefico in termini di maggiori livelli di felicità. Ci sono altri benefici?

 

Quando ci muoviamo nel mondo e la nostra attenzione è rivolta verso l’interno e catturata dal vagare della mente ci sono tante cose che potremmo perderci! E sono molte di più che un piccolo momento di piacevole apprezzamento di ciò che ci circonda.

 

Quest’estate sono andata a trovare un’amica a Londra. Muoversi da soli nella metro di Londra, se non si è troppo familiari con la zona, non è semplicissimo. Ci sono tantissime linee e dagli stessi binari passano treni di linee differenti. Io tendo ad affidarmi molto in queste situazioni al mio telefono per capire come muovermi ma in quel momento non riuscivo proprio a capire se stessi andando nella direzione giusta. Ero bloccata. Non sapendo cosa fare ho chiamato la mia amica che mi ha saputo subito aiutare. Alla fine della chiamata tiro su lo sguardo e l’informazione che cercavo disperatamente era lì, davanti ai miei occhi, per tutto quel tempo.

 

Questo episodio mi ha fatto molto sorridere.  Ho pensato che se avessi portato la mia attenzione a quello che mi succedeva attorno, invece che seguire la regola imposta dalla mia mente di dover trovare la soluzione attraverso le mappe sul telefono, mi sarei mossa con molta più facilità.

 

Spesso le informazioni di cui abbiamo bisogno sono tutte attorno a noi e possono essere viste e vissute nel momento presente. Eppure, siamo soliti credere a ciò che produce la nostra mente e per questo spesso non riusciamo né a vedere né ad utilizzare queste preziose informazioni perché catturati dai nostri pensieri e regole interne.

 

Come spostarsi con l’attenzione nel qui ed ora

 

Stare nel momento presente può sembrarci molto più faticoso di vivere andando avanti con il pilota automatico, ma solo perché è qualcosa che non siamo abituati a fare e tutto ciò che è nuovo e che dobbiamo in qualche modo apprendere all’inizio richiede un po’ di sforzo.

 

Per riuscire a farlo ci può venire in aiuto la mindfulness che Jon Kabat-Zinn, l’ideatore del programma di Mindfulness Based Stress Reduction (MBSR) definisce come “il portare attenzione in una maniera particolare: con intenzione, nel momento presente e non giudicando”. 

 

È necessario che ci sia intenzione. Il riuscire a portare attenzione nel momento presente non è qualcosa che ci riesce in automatico perché non siamo abituati a farlo. Per questo motivo è importante allenare questa intenzione e capacità di orientare l’attenzione a ciò che ci sta succedendo qui ed ora.

 

La pratica mindfulness è molto utile nell’allenare questa abilità. Se sei curioso di scoprire di più, visita le proposte del Centro tra cui il programma MBSR ed il ciclo di incontri gratuiti Meditare Insieme.

 

Per approfondire

Killingsworth, M. A., Gilbert, D. T. (2010), A wandering mind is an unhappy mind, Science, 330, 932. DOI: 10.1126/science.1192439