Infodemia e salute mentale: ammalarsi di troppe informazioni!
Augusto Checchi – Centro Interazioni Umane
Un diluvio informazionale, una pandemia di informazioni che possiamo imparare a gestire, riconoscendone i pericoli e valutandone, dove possibile, i vantaggi. Conoscere di più sull’Infodemia tra i timori dell’OMS e le proposte dei professionisti della salute mentale!
Cosa si intende per Infodemia
In-fo-de-mi-a. Un termine da leggere con calma e da provare a capire; una realtà che ci circonda da prima che cominciasse ad avere un nome, e che caratterizza le nostre giornate molto di più di quanto si possa pensare, ancora di più in questi anni in cui l’attenzione per la salute è cresciuta in modo esponenziale.
Il termine Infodemia sta attirando sempre di più l’attenzione degli addetti ai lavori, e fa riferimento ad una diffusione rapida e incontrollata di un’enorme quantità di voci e notizie più o meno fondate su un tema sensibile per l’opinione pubblica, con tutte le conseguenze negative che da questo possono derivare – disinformazione, disorientamento – panico – comportamenti antisociali. Già l’OMS nel 2020 lanciava l’allarme sul problema, ritenendo l’esplosiva diffusione di informazioni vaghe e parziali un aspetto da affrontare con maggiore incisività, attraverso una politica attiva di verifica del flusso di informazioni in rete, soprattutto attraverso i social.
Facciamo attenzione
Se ci fermiamo a pensare possiamo notare che questo “problema” in realtà non è solo riconducibile alle informazioni in internet quando cerchiamo ad esempio un approfondimento di tipo medico.
Tutti noi siamo bombardati di informazioni, tutti i giorni, ovunque! E sono per noi informazioni spesso sensibili in quanto fanno parte della nostra vita quotidiana.
Pensiamo ad una giostra su cui iniziamo a girare, all’inizio del giro il mondo è ancora fermo, si possono distinguere i dettagli, i colori, le persone, poi la ruota inizia a girare e con noi sopra tutto diventa velocemente meno chiaro, i colori si sovrappongono, le sensazioni si moltiplicano, tutto scorre troppo in fretta. Questo è quello che spesso facciamo fatica a gestire, ci abituiamo alla velocità dei nostri giorni, ad avere mille impegni, a correre, e ci dimentichiamo di fermarci, di ascoltare, di fare esperienze dirette e di percepirne le sensazioni, su di noi e intorno a noi.
Lo scenario che può venirsi a creare è paragonabile ad un virus di dispersione, in cui si naviga a vista nelle informazioni senza riuscire ad avere una visione chiara di quello che accade e di come questo ci influenza in ogni aspetto della nostra esperienza.
Cosa possiamo fare?
Proviamo a fermarci, no?
La nostra salute, soprattutto quella mentale, è strettamente connessa con la nostra esperienza, e con esperienza si intende ogni tipo di circostanza che viviamo, privata, lavorativa, sentimentale.
Sentire, come premessa, per capire cosa è importante per noi, significa fare esperienze dirette delle cose che viviamo, e questa è la vera chiave per il cambiamento.
Nella sua intervista sul tema, il Dott. Davide Carnevali descrive così l’esperienza diretta, spiegando che “se la si potesse esprimere o descrivere a parole non ci sarebbe allora alcuna ragione per farla”.
Si può “curare” l’Infodemia?
Abbiamo a disposizione quello che possiamo definire un vaccino comportamentale, molto utile per questo problema e per l’approccio alla vita che in generale ne può derivare.
Lasciamoci guidare dall’esperienza diretta!
Questo può significare il provare a ritagliarsi dei piccoli spazi nel corso del proprio vivere quotidiano per gettare un’àncora sul momento presente, che è l’unico momento in cui possiamo scegliere di agire e fare la differenza, ponendo l’attenzione sul mondo che ci circonda a scapito del mondo del pensiero, che spesso ci vincola e ci tiene lì, distanti da quello che invece possiamo direttamente sentire e vivere con i nostri sensi.
Tra le soluzioni maggiormente raccomandate oggi dall’OMS in merito, la meditazione rappresenta una validissima alleata, ma ci sono altre soluzioni che possono aiutare, come il prendersi una pausa dai social media e dare attenzione alle persone che sono per noi importanti, o intraprendere un percorso di supporto con uno specialista per lavorare su di sé.
In generale il diluvio informazionale alimentato anche dalla connettività costante alla rete, risulta poco utile per permetterci di allenare a prestare attenzione ai nostri sensi e all’esperienza diretta da questi veicolata.
Ecco un esercizio che può essere utile
Fai intenzionalmente un’inspirazione profonda, poi lascia che l’espirazione si allunghi. Fai in altro respiro in questo modo, mentre chiudi gli occhi o abbassi lo sguardo.
Sii pienamente consapevole del tuo respiro scegliendo di focalizzare la tua attenzione solo sulle sensazioni fisiche connesse all’aria che, con l’inspirazione, entra dalle narici, attraversa il tuo corpo, solleva l’addome e poi, con l’espirazione, lentamente percorre tutta la strada all’indietro ed esce dalle narici. Ora osserva allo stesso modo il nuovo respiro. Poi quello successivo.
Ora porta l’attenzione sul corpo e nota tre sensazioni tattili che puoi avvertire in questo momento, ad esempio l’appoggio dei piedi a terra o quello che stanno toccando le tue mani, o qualunque altra sensazione che provenga dalla tua pelle. Prenditi il tempo per percepire pienamente una sensazione. Poi sposta la tua attenzione su quella successiva.
Ora prendi consapevolezza del tuo udito e focalizzati su tre suoni. Possono essere delle voci dentro e fuori la stanza, un ticchettio di un orologio o qualsiasi altro rumore sia presente in questo momento. Ascolta consapevolmente ciascun suono per qualche secondo. Poi lascia che la tua attenzione si sposti su un altro suono.
Ora apri gli occhi e scegli tre oggetti che puoi vedere: una sedia, una pianta, o qualsiasi altra cosa che il tuo sguardo percepisce qui e ora. Osserva la forma, il colore la dimensione di un oggetto come se fosse la prima volta che lo vedi. Poi permetti al tuo sguardo di spostarsi su un altro oggetto e fare lo stesso. Infine sposta la tua attenzione consapevole sull’ultimo oggetto prendendoti il tempo per percepirlo pienamente.
Mentre termini questo breve esercizio puoi notare come la stessa attenzione calma e consapevole a quella che è la realtà, dentro e fuori di te, può accompagnarti nelle tue attività nel resto della giornata.
Allenare la nostra mente a prestare attenzione fermando la giostra di emozioni che ci spinge a girare velocemente ogni giorno, rallentando, cominciando a notare, a respirare, a toccare con mano.
Cominciamo da qui!
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Bibliografia
Stoddard J.A., Afari N., (2014). The Big Book of Act Metaphors. New Harbinger Publications, Inc. Oakland, CA.