Disturbo borderline di personalità e terapia dialettico comportamentale (DBT)
Giulia Castelnuovo – Centro Interazioni Umane
In questo articolo passeremo in rassegna le principali caratteristiche del disturbo borderline di personalità, scopriremo cos’è la Terapia dialettico comportamentale e perché questa sia indicata nelle linee guida al trattamento di questo disturbo fortemente invalidante.
Alcune caratteristiche del Disturbo borderline di personalità
Il disturbo borderline di personalità rappresenta una condizione psicologica che può essere ben descritta con il termine “instabilità”. Questa instabilità è infatti osservabile in diverse aree della vita dell’individuo che presenta sintomi riconducibili a quattro aree principali (Gunderson et al., 2018):
- instabilità interpersonale,
- disturbi dell’immagine di sé e problematiche cognitive,
- disregolazione emotiva,
- disregolazione comportamentale.
Relazioni instabili e conflittuali
La persona con disturbo borderline di personalità ha infatti spesso relazioni interpersonali instabili e conflittuali, caratterizzate dalla tendenza a oscillare tra fasi di idealizzazione e di svalutazione dell’altro. Chi presenta questo disturbo può sentirsi in alcuni momenti profondamente coinvolto o dipendente dall’altro, per poi successivamente diventare esigente o manipolatore quando percepisce che i suoi bisogni non sono soddisfatti o c’è il rischio di perdere la relazione.
Disturbi cognitivi e dell’immagine di sè
L’instabilità nelle persone con disturbo borderline di personalità si presenta in disturbi nella sfera cognitiva e dell’immagine di sé. Lo stile cognitivo è prevalentemente dicotomico, dominato dalla dinamica del “bianco o nero” o “tutto o nulla”. Il pensiero dicotomico divide il mondo in due metà nette, cancellandone la complessità, le sfumature e l’ambiguità. In questo modo, la complessità dei comportamenti e degli eventi umani si riduce a due sole possibilità: una bianca e una nera, che generalmente si escludono a vicenda e sono in conflitto tra loro in maniera netta, rigida, definitiva.
L’immagine di sé risulta povera o poco sviluppata, accompagnata da una ricerca costante di un senso di appartenenza con sentimenti di vuoto, mancanza di senso e noia. Le persone con disturbo borderline di personalità sono spesso ipercritiche nei propri confronti, dominate frequentemente da vissuti di colpa, scarsa autostima e vergogna.
Disregolazione emotiva e comportamentale
La disregolazione emotiva e il discontrollo comportamentale sono tra le caratteristiche più tipiche del disturbo. La persona con disturbo borderline di personalità presenta generalmente una vulnerabilità emotiva che si manifesta, da un lato, con la tendenza a provare emozioni intense a seguito di eventi a cui gli altri normalmente non reagirebbero, oppure reagirebbero con un’attivazione emotiva inferiore. Dall’altro, con una scarsa capacità di regolare queste emozioni intense, cioè una scarsa capacità di raggiungere una gestione equilibrata e consapevole dell’esperienza e dell’espressione emotiva (Greenberg et al. 1997).
A livello comportamentale le persone con disturbo borderline di personalità tendono a compiere gesti rischiosi come guidare in modo spericolato, utilizzare sostanze stupefacenti, avere rapporti sessuali a rischio, poiché mostrano difficoltà a prevedere le conseguenze negative delle proprie azioni. In situazioni di stress emotivo tendono a reagire in modo aggressivo e con comportamenti inappropriati che faticano ad inibire.
Frequentemente adottano comportamenti autolesivi, procurandosi tagli o bruciature, che possono avere una duplice funzione: da una parte, possono essere visti come strategie disfunzionali per far fronte e gestire le emozioni intense; dall’altra, come auto-punizioni derivanti dai pensieri di svalutazione di se stessi.
Trattamento del Disturbo borderline di personalità
Numerose ricerche hanno dimostrato come la psicoterapia sia in grado di ridurre i sintomi e la sofferenza delle persone che presentano un disturbo borderline di personalità.
In particolare la Terapia dialettico comportamentale (Dialectical Behaviour Therapy; DBT) ideata e sviluppata da Marsha Linehan negli anni Settanta, costituisce il trattamento evidence-based d’elezione per il Disturbo borderline di personalità.
La DBT è un intervento cognitivo-comportamentale che si basa sulla teoria biosociale della personalità, che mostra come la disregolazione emotiva delle persone con Disturbo Borderline di Personalità deriva da una predisposizione biologica e dall’interazione dell’individuo con l’ambiente (Miller et al., 2007). I problemi dunque tendono a sorgere quando una persona che presenta delle vulnerabilità biologiche incontra un ambiente fortemente invalidante, in particolare durante l’infanzia, nel quale c’è la tendenza a rispondere in modo imprevedibile e inappropriata o ignorare emozioni, pensieri e sensazioni del bambino.
Il modello DBT: le diverse componenti dell’intervento
Il modello della Dialectical Behavior Therapy è strutturato in tre componenti: gruppo di skills training, terapia individuale e coaching telefonico.
Il gruppo di skills training è un modello di gruppo psicoeducativo progettato per sviluppare e migliorare le competenze della persona. Gli incontri hanno cadenza settimanale e sono suddivisi in 4 moduli: (1) competenze fondamentali di mindfulness, che consentono di osservare in modo consapevole se stessi e gli altri intorno a sé, nel momento presente, sospendendo il giudizio;
(2) competenze di efficacia interpersonale; (3) competenze di regolazione emotiva; (4)competenze di tolleranza alla sofferenza.
Una volta a settimana i pazienti frequentano sessioni individuali con uno psicoterapeuta. Questi incontri hanno lo scopo di aiutare le persone a utilizzare le competenze apprese in gruppo e applicarle nella loro vita di tutti i giorni. L’obiettivo principale è ridurre i comportamenti disfunzionali.
La consulenza telefonica è una componente caratteristica di questo modello di intervento e viene utilizzata per insegnare ai pazienti come applicare le competenze apprese nei momenti di maggiore difficoltà. È intesa come una breve interazione tra paziente e terapeuta che ha l’obiettivo di aiutare il paziente in momenti particolarmente attivanti a identificare le competenze più utili nella specifica situazione, superare gli ostacoli che solitamente impediscono la persona di usare queste capacità e agire in modo efficace.
Il modello DBT: la componente dialettica
La Dialectical Behavior Therapy pone enfasi sulla componente dialettica della relazione e dell’approccio alla vita della persona. Pensare in modo dialettico significa considerare entrambe le prospettive di una situazione e tentare di sintetizzarle (Miller et al., 2007). In questa ottica, terapeuta e paziente dovrebbero ricordare che la realtà non è fissa e statica, ma è in continuo cambiamento e ricca di apparenti contraddizioni. Pensare in modo dialettico significa poter praticare l’accettazione di sé e di vari aspetti dolorosi della propria vita, pur continuando a perseguire il cambiamento. Questa costituisce la dialettica principale nella DBT.
Attraverso l’analisi e il trattamento di comportamenti problematici e di ciò che nella vita del paziente lo porta a sperimentare elevati livelli di sofferenza, la DBT mira a ricostruire una vita in linea con i valori e i bisogni della persona, lavorando sugli stati emotivi molto intensi e dolorosi che prendono spesso il sopravvento.
L’efficacia della terapia dialettico comportamentale nel trattamento del disturbo borderline di personalità è stata ampiamente dimostrata dagli studi condotti sul tema, soprattutto la sua efficacia nel ridurre i comportamenti suicidari, i ricoveri in ambiente psichiatrico, l’abbandono delle cure, l’abuso di sostanze, la disregolazione emozionale e le difficoltà interpersonali.
Letture per approfondire
Linehan, M.L. (2020). Una vita degna di essere vissuta. Raffaello Cortina Editore.