Disfunzioni sessuali maschili: come riconoscerle?
Yuliya Petryshyna – Centro Interazioni Umane
Una significativa anomalia nella capacità di una persona di avere reazioni sessuali o di provare piacere sessuale potrebbe indicare una disfunzione sessuale.
Le disfunzioni sessuali sono un gruppo eterogeneo di disturbi classificati in: disfunzioni sessuali maschili, disfunzioni sessuali femminili, disfunzioni sessuali indotte da sostanze/farmaci, disfunzioni sessuali con altra specificazione, disfunzioni sessuali senza specificazione.
In particolare, il DSM-5-TR identifica come disfunzioni sessuali maschili:
- l’eiaculazione ritardata;
- il disturbo erettile;
- il disturbo da desiderio sessuale ipoattivo maschile;
- l’eiaculazione precoce.
Quando una persona vive la difficoltà solo con alcuni tipi di stimolazione, situazioni o partner le disfunzioni sessuali sono di tipo situazionale. Le disfunzioni sono, invece, generalizzate quando una persona presenta difficoltà anche con diversi tipi di stimolazione, situazioni o partner.
Il DSM-5-TR differenzia, inoltre, le disfunzioni sessuali maschili in permanenti (se un problema sessuale è stato presente sin dalle prime esperienze sessuali) e acquisite (se le disfunzioni si sviluppano dopo un periodo di prestazioni sessuali relativamente normali).
In questo articolo parleremo delle disfunzioni sessuali maschili e di come riconoscerle.
Riconoscere le disfunzioni sessuali maschili
Eiaculazione ritardata
Questa disfunzione sessuale maschile è caratterizzata da un marcato ritardo o dall’incapacità di raggiungere l’eiaculazione, ma anche da una scarsa frequenza dell’eiaculazione in tutte o quasi tutte le occasioni di attività sessuale con un partner, nonostante l’adeguata stimolazione sessuale e il desiderio di eiaculare.
Quando i sintomi persistono per una durata minima di circa 6 mesi e causano disagio clinicamente significativo nell’individuo possono essere presenti alti livelli di disagio relazionale, insoddisfazione sessuale, minore eccitazione, ansia circa la propria performance sessuale e problemi generali di salute.
Alcuni comportamenti comuni nelle persone con una disfunzione sessuale maschile sono: tentare in maniera prolungata di raggiungere l’orgasmo fino ad arrivare allo sfinimento, accusare dolore ai genitali e talvolta farsi male o far male al partner e di dover interrompere l’atto sessuale. A causa di una difficoltà costante a eiaculare, alcuni possono arrivare a evitare l’attività sessuale.
Non vi è consenso sulla definizione di “ritardo”, né sulla stima di un tempo ragionevole per raggiungere orgasmo.
La prevalenza della eiaculazione ritardata negli Stati Uniti varia tra 1%-5%, mentre negli studi internazionali raggiunge l’11% e aumenta con l’età. Infatti, in età più matura le persone manifestano più frequentemente variazioni nella funzione eiaculatoria con una riduzione del volume eiaculatorio, della forza eiaculatoria e delle sensazioni fisiche percepite.
L’eiaculazione ritardata è associata con una masturbazione molto frequente e con l’uso di tecniche di masturbazione che non sono facilmente replicabili da un partner. Alcuni riescono ad eiaculare tramite stimolazione, ma non durante l’attività sessuale con il partner.
Alcuni elementi che possono aumentare la probabilità di un individuo di sperimentare questa disfunzione sessuale sono:
- la differenza tra le fantasie sessuali durante la masturbazione e la reale attività sessuale con un partner;
- disturbi neurologici ed endocrinologici;
- disfunzioni intestinali, complicazioni chirurgiche;
- uso di farmaci che aumentano il tempo refrattario o di alcol;
- l’insoddisfazione relazionale;
- un Disturbo Depressivo Maggiore.
Disturbo erettile e disfunzione erettile
Il DSM-5-TR distingue tra “disturbo erettile” e “disfunzione erettile”. La disfunzione erettile è un termine comunemente usato per descrivere una marcata difficoltà a raggiungere e mantenere l’erezione.
Il disturbo erettile è una specifica categoria diagnostica del DSM-5-TR che indica una marcata difficoltà a raggiungere o mantenere l’erezione o una marcata diminuzione della rigidità erettile in tutti o quasi tutti i rapporti sessuali almeno il 75% delle volte. Questo disturbo viene diagnosticato quando persiste per almeno 6 mesi e causa nell’individuo un disagio clinicamente significativo.
Le persone con disturbo erettile possono avere una bassa autostima e poca fiducia in se stessi. Alcuni possono vivere una riduzione del senso di mascolinità o sperimentare sentimenti depressivi o di colpa, autoaccusa, senso di fallimento, rabbia e preoccupazione di scontentare il proprio partner. Altri possono sviluppare la paura di rapporti sessuali, fino all’evitamento.
Le aspettative culturali riguardanti le relazioni coniugali, le prestazioni sessuali, la fertilità, i ruoli di genere, preoccupazioni circa l’apparire deboli o meno mascolini possono influenzare le ansie che possono contribuire al mantenimento del disturbo erettile.
Il disturbo erettile può presentarsi in comorbilità con altre disfunzioni sessuali maschili, come l’eiaculazione precoce e il disturbo da desiderio sessuale ipoattivo maschile, ma anche con i disturbi d’ansia, depressivi e con il disturbo da stress post-traumatico.
I principali fattori di rischio per la disfunzione erettile acquisita sono l’età, il tabagismo, la mancanza di esercizio fisico, il diabete, le malattie che interferiscono con le funzioni vascolare, neurologica o endocrina. Specifiche procedure diagnostiche possono aiutare a differenziare i problemi di erezione di origine organica da quelli di natura psicologica.
La prevalenza del disturbo erettile a livello internazionale è del 10% nelle persone più giovani di 40 anni e aumenta tra le persone di età compresa tra i 40 e gli 80 anni (13%-21%). La prevalenza e l’incidenza dei problemi di erezione, in particolare dopo i 50 anni, aumenta significativamente in correlazione all’età. Infatti, corrisponde al 20%-40% nelle persone attorno ai 60 anni, e al 50%-75% nelle persone di età superiore ai 70 anni.
Disturbo del desiderio sessuale ipoattivo maschile
Il disturbo potrebbe essere presente quando il desiderio e pensieri/fantasie sessuali sono scarsi o assenti per una durata minima di circa 6 mesi, causando un disagio clinicamente significativo alla persona.
Alcuni elementi che possono aumentare il rischio di calo del desiderio sono: l’uso di alcol, relazioni problematiche, noia sessuale, stress professionale, grave disagio relazionale, ridotta attrazione verso il partner, significativi fattori stressanti.
Le modalità di espressione del desiderio sessuale possono manifestarsi in forme diverse da persona a persona: una “differenza di desiderio” tra partner non è sufficiente per diagnosticare il disturbo del desiderio sessuale ipoattivo maschile.
Il DSM-5-TR evidenzia come la prevalenza di basso desiderio sessuale aumenta con l’età. Infatti questa disfunzione sessuale maschile è più comune nelle persone più anziane (età 60-74 anni), con tassi di prevalenza tra il 16% e il 28% e 18,5% all’età di 50 anni. I tassi di prevalenza tra quelli più giovani (età 16-24 anni) scendono tra il 3% e il 14%, attestandosi intorno al 5,2% verso i 27 anni.
Atteggiamenti sessuali particolarmente restrittivi, convinzioni conservatrici, la mancanza di pensieri erotici e le preoccupazioni per l’erezione o l’eiaculazione, bassi livelli di fiducia nella funzione erettile, i disturbi dell’umore e d’ansia possono causare un calo di desiderio. Anche i sentimenti che una persona prova per se stessa, l’uso di alcol e sintomi psichiatrici possono contribuire al calo del desiderio.
Alcuni possono evitare di intraprendere iniziative sessuali o perdere interesse per l’attività sessuale, soprattutto quando le difficoltà nel raggiungere l’erezione sono persistenti. Altri possono, comunque, avere attività sessuali in presenza del calo del desiderio ma essere poco ricettivi agli approcci del partner.
Eiaculazione precoce
Si parla di eiaculazione precoce quando l’eiaculazione avviene prima o poco dopo la penetrazione vaginale e prima che l’individuo lo desideri e persiste almeno 6 mesi in tutte o quasi tutte le occasioni di attività sessuale, fino a causare un disagio clinicamente significativo.
Le persone con eiaculazione precoce possono provare un senso di mancanza di controllo dell’eiaculazione e di apprensione per la convinzione di non riuscire a ritardare l’eiaculazione nei successivi rapporti. L’eiaculazione precoce è comune nelle persone con disturbi d’ansia (in particolare nelle persone con disturbi d’ansia sociale) e può presentarsi in concomitanza con i problemi di erezione.
Le stime della prevalenza dell’eiaculazione precoce variano ampiamente a seconda della definizione utilizzata. Un tempo di latenza di 60 secondi veniva considerato come parametro idoneo per identificare l’eiaculazione precoce, tuttavia attualmente gli esperti considerano come parametro un tempo di almeno 120 secondi. Questo tiene conto anche del fatto che le persone possono percepire e valutare differentemente il tempo che costituisce per loro una latenza di eiaculazione accettabile.
A livello internazionale, è stata riportata una prevalenza dell’8%-30% dell’eiaculazione prematura (precoce), che può aumentare con l’età.
Fattori genetici e fisiologici possono contribuire alla forma permanente dell’eiaculazione precoce, che si manifesta con le prime esperienze sessuali ed è relativamente stabile per tutta la vita.
Alcuni possono sviluppare il disturbo di eiaculazione precoce dopo un periodo di latenza eiaculatoria normale. La forma acquisita dell’eiaculazione precoce può essere associata a prostatite, a malattie della tiroide o ad astinenza da droghe. Inoltre, le preoccupazioni per il fallimento sessuale e l’importanza attribuita al sesso possono influenzare i tempi di eiaculzione.
L’eiaculazione precoce acquisita compare di solito dopo i 40 anni. Altri possono fare esperienza di elaculazione precoce durante i loro primi rapporti sessuali, ma in seguito acquisire controllo eiaculatorio.