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Disfunzioni sessuali femminili: come riconoscerle?

Yuliya Petryshyna – Centro Interazioni Umane

 

Le modalità di espressione dell’interesse e dell’eccitazione sessuale femminile possono essere differenti. Inoltre, le persone possono raggiungere l’orgasmo attraverso diverse tipologie o intensità di stimolazioni: le descrizioni di orgasmo femminile possono essere estremamente differenti sia tra persone diverse sia nella stessa persona in occasioni differenti. 

 

Anomalie clinicamente significative nella capacità di una persona di avere reazioni sessuali o di provare piacere sessuale possono essere indice di una disfunzione sessuale femminile o di una disfunzione sessuale maschile e possono interferire con la soddisfazione sessuale della persona. Queste anomalie possono facilmente insorgere quando una persona percepisce il sesso con timore e ansia o come un dovere, piuttosto che come una attività piacevole.

 

Tra le disfunzioni sessuali femminili rientrano:

  • il disturbo dell’orgasmo femminile;
  • il disturbo del desiderio sessuale e dell’eccitazione sessuale femminile;
  • il disturbo da dolore genito-pelvico e da penetrazione.

 

Il DSM-5-TR classifica una disfunzione sessuale femminile come situazionale (quando una persona vive la difficoltà solo con alcuni tipi di stimolazione, situazioni o partner) o generalizzata (quando la difficoltà non è limitato a specifiche tipologie di stimolazione, situazioni o partner).

 

Il DSM-5-TR distingue, inoltre, le disfunzioni sessuali femminili in permanenti (se un problema sessuale è presente sin dalle prime esperienze sessuali) e acquisite (se il disturbo si sviluppa dopo un periodo di prestazioni sessuali relativamente normali).

 

Vediamo meglio come riconoscere le disfunzioni sessuali femminili e le loro caratteristiche.

 

Riconoscere le disfunzioni sessuali femminili

 

Disturbo dell’orgasmo femminile

 

Il disturbo dell’orgasmo femminile è caratterizzato dalla difficoltà di raggiungere l’orgasmo e/o da una marcata riduzione dell’intensità delle sensazioni orgasmiche in tutti o quasi tutti (circa il 75%-100%) i rapporti sessuali per almeno 6 mesi e questo causa un disagio clinicamente significativo alla persona. 

 

A livello internazionale, circa il 10% delle persone non raggiunge mai l’orgasmo nel corso della vita e solo una ridotta percentuale di persone riferisce di provare sempre l’orgasmo durante la penetrazione. È frequente che l’esperienza dell’orgasmo aumenti con l’età: molte persone imparano a raggiungere l’orgasmo dopo aver fatto esperienza di una grande varietà di stimolazioni e dopo aver acquisito una maggiore conoscenza e confidenza con il proprio corpo. 

 

La difficoltà di raggiungere l’orgasmo può essere influenzata da una stimolazione sessuale inadeguata, infatti molte persone possono avere bisogno della stimolazione del clitoride per raggiungere l’orgasmo. La circostanza in cui una persona raggiunge l’orgasmo attraverso la stimolazione del clitoride, ma non attraverso la penetrazione, non è compatibile con questa disfunzione sessuale femminile.

 

La capacità di raggiungere l’orgasmo può avere importanza differente da persona a persona. Infatti, alcune persone possono provare alti livelli di soddisfazione sessuale nonostante non abbiano mai raggiunto l’orgasmo o l’abbiano raggiunto raramente. 

 

I tassi di prevalenza di questa disfunzione sessuale femminile nelle persone in premenopausa variano dall’8% al 72% a seconda dell’età, del background culturale e contesto sociale, della durata e della gravità dei sintomi. Lo stato di menopausa non è necessariamente associato alla difficoltà di raggiungere l’orgasmo.

 

Le cause di questa disfunzione sessuale femminile sono spesso multifattoriali e, talvolta, non possono essere determinate. Le persone con difficoltà di raggiungere l’orgasmo possono presentare problemi correlati all’interesse e al desiderio/eccitazione sessuale o al Disturbo Depressivo Maggiore. Inoltre, lansia, le preoccupazioni relative alla gravidanza, le aspettative circa il ruolo della donna e le credenze religiose possono influenzare il desiderio/eccitazione sessuale. Problemi di salute o relazionali e l’assunzione di farmaci possono aumentare le difficoltà a raggiungere l’orgasmo.

 

Disturbo del desiderio sessuale e dell’eccitazione sessuale femminile

 

Una significativa riduzione o mancanza di desiderio/eccitazione sessuale che persiste come minimo per 6 mesi e causa un disagio clinicamente significativo alla persona potrebbe indicare un disturbo del desiderio.

 

Secondo il DSM-5-TR la riduzione del desiderio è significativa quando risultano assenti o ridotti almeno tre elementi contemporaneamente: 

  • interesse per l’attività sessuale;
  • pensieri sessuali o fantasie erotiche;
  • iniziativa sessuale;
  • eccitazione o piacere durante l’attività sessuale;
  • desiderio o eccitazione sessuale in risposta a stimoli sessuali/erotici;
  • sensazioni durante l’attività sessuale.

 

È estremamente comune che le difficoltà del desiderio e dell’eccitazione sessuale si presentino simultaneamente. Alcune persone possono sperimentare, contemporaneamente, anche difficoltà nel provare l’orgasmo. 

 

Stress cronico e alterazioni dell’umore possono influire sulla capacità di provare desiderio o eccitazione sessuale. Infatti, l’ansia, la depressione, le esperienze di abusi sessuali e fisici o l’uso di alcol possono essere fattori di rischio del calo del desiderio sessuale. 

 

Anche l’insoddisfazione sessuale, le difficoltà relazionali, le differenze di desiderio nella coppia o le preferenze della coppia sulle modalità di inizio dell’attività sessuale possono essere associati a questo disturbo. Tuttavia, un minore desiderio di attività sessuale rispetto al desiderio del partner non è sufficiente per diagnosticare questa disfunzione sessuale femminile.

 

Le aspettative irrealistiche riguardo all’adeguato livello di desiderio o di eccitazione sessuale, tecniche sessuali inefficaci, convinzioni sui ruoli di genere, pensieri o atteggiamenti negativi circa la sessualità, la mancanza di informazioni attendibili possono aumentare il rischio di sviluppare questo disturbo. Le difficoltà del desiderio e dell’eccitazione sessuale possono essere, inoltre, correlate con i problemi tiroidei, l’incontinenza urinaria, l’artrite, le malattie infiammatorie intestinali o il colon irritabile.

 

Approssimativamente il 30% delle persone sperimenta un desiderio cronicamente basso. Circa la metà di queste sperimentano un disagio significativo correlato al partner e un quarto sperimentano disagio personale. La prevalenza di questa disfunzione sessuale femminile può variare in relazione al contesto di riferimento, all’appartenenza culturale, alla durata dei sintomi e all’età. Tuttavia, una normale diminuzione dei pensieri sessuali con l’avanzare dell’età non rappresenta una disfunzione sessuale.

 

Disturbo del dolore genito-pelvico e della penetrazione

 

La difficoltà ad avere rapporti sessuali, il timore di sentire dolore, i sentimenti di ansia per la penetrazione vaginale, il dolore vulvo-vaginale e la tensione nei muscoli del pavimento pelvico per almeno 6 mesi potrebbero essere sinotmi di questa disfunzione sessuale femminile. Spesso alcuni di questi sintomi possono presentarsi contemporaneamente.

 

Il dolore può essere spontaneo o provocato da un rapporto sessuale o da una stimolazione manuale e potrebbe persistere dopo la conclusione del rapporto. Le sensazioni sgradevoli possono manifestarsi in diversi punti della zona genito-pelvica ed essere percepite anche durante la minzione, nel corso di una visita ginecologica o inserendo un assorbente.

 

Le persone possono percepire il dolore come “bruciante”, “tagliente”, “lancinante”, “pulsante”. Inoltre, il DSM-5-TR distingue tra dolore superficiale, quando la persona prova sensazioni sgradevoli in zona vulvo-vaginale o durante la penetrazione, e profondo, quando viene percepito a livello pelvico, cioè viene avvertito durante una penetrazione più profonda. 

 

Possono contribuire all’esperienza del dolore genito-pelvico e della penetrazione:

  • i problemi sessuali del partner o lo stato di salute del partner;
  • le differenze nel desiderio di attività sessuale rispetto al partner;
  • un’immagine corporea insoddisfacente;
  • le esperienze di abuso sessuale, fisico o emotivo;
  • i disturbi dell’umore o d’ansia;
  • le infezioni vaginali, la secchezza vaginale o il dolore cronico;
  • gli eventi stressanti come perdita del lavoro o lutto;
  • i divieti riguardanti l’attività sessuale o il piacere.

 

Possono, inoltre, aumentare il rischio di sviluppare questo disturbo anche la pubertà precoce, l’uso precoce di contraccettivi orali e anomalie dei muscoli del pavimento pelvico.

 

In molti casi le persone con il disturbo del dolore genito-pelvico e della penetrazione possono presentare una totale incapacità di fare esperienza della penetrazione vaginale in qualsiasi situazione. Infatti, spesso questa disfunzione sessuale femminile può portare  all’evitamento di situazioni sessuali/intime o di visite ginecologiche.

Alcune persone possono mantenere il desiderio e l’interesse sessuale e riuscire a vivere l’esperienza della penetrazione senza difficoltà in condizioni di rilassamento o in situazioni sessuali che non richiedono penetrazione o non causano dolore. 

 

Questa disfunzione sessuale femminile potrebbe causare una riduzione del desiderio e dell’interesse sessuale, interferenze nelle relazioni di coppia e nella capacità di concepimento e influenzare la percezione della propria femminilità.

 

La prevalenza di questa disfunzione sessuale femminile non è certa. Negli Stati Uniti circa il 10%-28% delle persone in età riproduttiva riferisce dolore ricorrente durante il rapporto sessuale. A livello internazionale, la prevalenza varia tra l’8% e 28% nelle persone in età riproduttiva a seconda del paese di riferimento. Secondo il DSM-5-TR il picco del disturbo si manifesta nella prima età adulta, nel periodo peri e post-menopausa e nel periodo post-partum.