Agire con saggezza: come evitare escalation o incomprensioni
Camilla Iannaccone – Centro Interazioni Umane
Al termine di una discussione con i figli si rimane sempre con un po’ di amaro in bocca. Magari ci si urla addosso, sfogando l’emotività; altre volte si cercano soluzioni pratiche, cercando di far ragionare l’interlocutore.
Eppure nessuna di queste modalità di risposta sembra essere utile per aiutarci a comunicare efficacemente, mantenere una relazione positiva con i nostri figli e con noi stessi, rispettando il proprio punto di vista.
Esiste una terza strada, quella che permette di agire con saggezza e che può permettere di interagire con maggiore consapevolezza ed evitare inutili escalation.
Tre stati della mente
Marsha Linehan definisce tre stati della mente che possono essere posti lungo un continuum: la mente emotiva, la mente razionale e la mente saggia.
Sarebbe riduttivo e impreciso credere che la mente emotiva e quella razionale siano “sbagliate” e la mente saggia sia quella “giusta”. Ha senso, di volta in volta, osservare in quale stato si trova la nostra mente e domandarsi se la nostra modalità di risposta ci è utile per avvicinarci al genitore che vorremmo essere.
La mente emotiva: ritenere vero ciò si sente
La mente emotiva riguarda le risposte “di pancia”, le reazioni d’impeto guidate da un’emozione intensa. Spesso le litigate con i figli sollecitano questo stato sia nei ragazzi sia nei genitori, contribuendo a creare una spirale d’emotività fatta di molte urla e poca comprensione. In preda a sentimenti intensi è più difficile agire come il genitore che vorresti essere, trovare soluzioni, tenere a mente i propri obiettivi a lungo termine e trovare un punto d’incontro.
Riesci a ricordare una volta che ti sei trovato in questo stato? Cosa hai fatto? È stato efficace?
La mente razionale: ritenere vero ciò si pensa
La mente razionale pianifica, è logica e prende in considerazione puramente i fatti. Se nostra figlia adolescente è in crisi perché non può uscire il weekend con gli amici, potremmo cercare di farla ragionare, spiegandole che ci saranno altre occasioni e non è certo un dramma perdere un’uscita.
Spesso questo tipo di risposte, che non prendono in considerazione le emozioni e portano l’interlocutore a sentirsi incompreso. Qualche volta mostrare il lato pratico non ci avvicina alla soluzione della discussione.
La mente saggia
Risiedere nella mente saggia significa integrare l’emotività e la ragione, permettendoti di:
- Agire con maggior efficacia tenendo in considerazione gli obiettivi a lungo termine;
- Considerare un quadro più ampio, riconoscendo i vari elementi del contesto interno ed esterno di noi stessi e dell’altra persona;
- Essere mindfulness, ovvero prendere consapevolezza del momento presente senza giudizio e senza reagire con il pilota automatico.
Come rispondere con saggezza: consigli pratici
Rispondere con saggezza non vuol dire non provare emozioni intense o non considerare gli aspetti pratici; richiede impegno e scegliere di agire efficacemente, anche se difficile.
1. Rallenta
Anche se tuə figliə sta chiedendo una risposta immediata…rallenta. Fai un respiro profondo, cerca di non reagire d’istinto, puoi prenderti una pausa anche allontanandoti e cambiando stanza.
Allena questa abilità scegliendo una semplice azione quotidiana che solitamente svolgi velocemente e sovrappensiero (ad esempio aprire la porta di casa, firmare un documento, versarsi un bicchiere d’acqua) e scegli consapevolmente di svolgere questa azione con estrema lentezza.
Nota com’è rallentare invece che agire automaticamente.
2. Nota
Quando si risiede nella mente saggia si prendono in considerazione elementi di cui non eravamo consapevoli. Diventare abili a prestare attenzione a ciò che ci circonda ci aiuta a scegliere come rispondere in maniera più efficace.
Prendi un oggetto familiare (come le chiavi di casa o il cellulare) e osservalo come se lo vedessi per la prima volta.
3. Resta sul presente
Pratica mindfulness, tramite esercizi formali e informali, per allenarti a raggiungere la mente saggia.
4. Sospendi il giudizio
La nostra mente è naturalmente portata a valutare, confrontare e arrivare velocemente a conclusioni generali. Credere ciecamente ai giudizi che ci suggerisce la mente, spesso ci porta a reagire emotivamente e non prendere in considerazione i vari elementi del contesto.
Nota quando ti capita di pensare in maniera giudicante (alcuni “campanelli d’allarme” sono alcune etichette verbali come “Dovrebbe/non dovrebbe”, “Sempre”, “È una persona che..”, “Non vuole”) e prova a fare un passo indietro, scegliendo di osservare la situazione in modo più contestuale.
Ricordandoti che spesso c’è molto più di quello che si vede.
5. Quello che fai sta funzionando?
Le risposte emotive o razionali sono quelle che ci vengono automatiche in quella determinata situazione e pertanto sono le più semplici da mettere in atto; ma quanto sono efficaci per andare verso ciò che per noi importante.
Cambiare è difficile sia per i figli sia per i genitori.
Le risposte della mente saggia richiedono l’impegno e lo sforzo di fare qualcosa di nuovo e diverso. Permettiti, con gentilezza e non giudizio, di sperimentare una diversa modalità di risposta e scoprire se per te è efficace nell’avvicinarti al genitore che vorresti essere.
Per approfondire:
- Harvey, B. H. Rathbone (2021). “Adolescenti con emozioni intense. Come gestire con la DBT le sfide emotive e comportamentali di tuo figlio”. FrancoAngeli, Milano.
- H. Rathus, A. L. Miller (2015). “Manuale DBT per adolescenti”. Raffaello Cortina Editore, Milano
- Van Dijk (2021). “Fare DBT. Guida pratica per professionisti alla Dialectical Behavior Therapy”. FrancoAngeli, Milano
Articolo scritto da Camilla Iannaccone
Mi sono laureata con lode in Psicologa presso l’Università Milano-Bicocca e sto concludendo il percorso di specializzazione in psicoterapia presso la scuola cognitivo comportamentale Humanitas-Milano. Lavoro da molti anni nelle scuole attuando interventi per bambini, ragazzi, genitori ed insegnanti perché a scuola si impara sempre, a prescindere dal lato della cattedra in cui sei seduto. Nel lavoro clinico con adulti, ragazzi e famiglie ho scelto e pratico l’approccio ACT perché permette – con un metodo evidence-based – di muoversi verso ciò che è importante, agendo con flessibilità in direzione di una vita maggiormente significativa.