Report del simposio “Adolescenti generazione Z: come è difficile muoversi tra sogni e bisogni. Prospettive di sostegno e cura a confronto.”
Chiara Crepaldi – Centro Interazioni Umane
Il 19 e il 20 Ottobre 2023 si è tenuto a Milano il 3° Congresso italiano di psicoterapie cognitive-comportamentali di terza generazione, dal titolo “Processi in psicoterapia. Dai contesti di ricerca ai contesti clinici”.
Il tema centrale del Congresso è stato l’implementation, ovvero la trasposizione in ambito clinico dei principi dimostrati a livello sperimentale, con tutte le problematiche che ciò comporta. In psicoterapia, infatti, il rapporto tra ricerca e pratica applicata rappresenta ancora una sfida impegnativa per gli interventi che ambiscono a dichiararsi evidence-based: ciò è ancor più vero oggi, con l’avvento della prospettiva processuale.
Portare l’attenzione del clinico sugli aspetti processuali crea un ponte che unisce laboratorio (studio dei processi e distillazione dei principi) e ambulatorio (applicazione di protocolli e procedure). La Processed Based Therapy (PBT) non è da intendere come nuovo brand, ma come un approccio laico adottabile da ogni orientamento clinico, capace di traghettare le psicoterapie oltre il DSM e di fondarle su un comune terreno scientifico: individuare le variabili processuali della sofferenza psicologica e le loro dinamiche. Potenzialmente, dunque, può essere adottata qualunque unità terapeutica di base che dimostri empiricamente di essere in grado di alterare funzionalmente un processo al servizio dell’adattamento e del benessere psicologico.
Durante il 6° simposio del congresso sulle Psicoterapie Cognitivo Comportamentali di terza generazione, moderato dalla Prof.ssa Francesca Pergolizzi, sono stati condivisi una serie di interventi con l’obiettivo di approfondire vari aspetti legati all’adolescenza.
Hanno preso parola il Dott. Francesco Dell’Orco, il Dott. Marco Cavicchioli e le Dott.sse Ludovica Giani e Chiara Crepaldi.
Liberi di sentire e di scoprire: i processi dell’ACT per gli adolescenti di oggi
Il simposio è iniziato con l’intervento del Dott. Dell’Orco, che ha illustrato il modo in cui i processi dell’Acceptance and Commitment Therapy (ACT) possono essere adattati al punto di vista degli adolescenti.
Dopo una breve introduzione sugli aspetti teorici che sono alla base dell’ACT, il Dott. Dell’Orco ha introdotto il modello DNA-V (Hayes & Ciarrochi, 2017) che consente agli adolescenti (ma non solo) di individuare il proprio Esploratore (Discoverer), Consulente (Advisor) e Osservatore (Noticer).
Queste abilità fanno parte di ciascuno di noi, e possono aiutarci a condurre una vita al servizio dei nostri Valori (Values).
- Discoverer: L’Esploratore ci consente di metterci alla prova, mettendo in atto nuovi comportamenti.
- Noticer: L’Osservatore ci aiuta a notare quanto sta accadendo nel momento presente.
- Advisor: Il Consulente è la nostra voce interiore e ci può suggerire quali sono quei comportamenti per noi utili, con l’obiettivo di guidarci ad agire in modo coerente con quelli che sono i nostri valori.
- Values: I Valori danno una direzione alla nostra vita, e possono riguardare la capacità di godere del momento presente e di prendersi cura di sé.
Successivamente, il Dott. Dell’Orco ha illustrato nello specifico le figure del DNA-V tramite una serie di esempi e interazioni con l’audience.
I processi sottostanti al DNA-V possono aiutare gli adolescenti ad esplorare quali sono i loro valori. Risulta fondamentale l’atto di “dare valore”, poiché consente di trasformare le nostre esperienze, rendendole significative.
La Dialectical Behavior Therapy e le traiettorie evolutive della disregolazione emozionale e comportamentale in adolescenza: principi ed estensioni del modello
Il secondo intervento, tenuto dal Dott. Cavicchioli, si è focalizzato sull’utilizzo della Dialectical Behavior Therapy (DBT) per intervenire sulla disregolazione emotiva e comportamentale degli adolescenti. La DBT è un intervento cognitivo-comportamentale che mostra come la disregolazione emotiva delle persone con Disturbo Borderline di Personalità deriva da una predisposizione biologica e dall’interazione dell’individuo con l’ambiente (Miller et al., 2007).
Negli anni la DBT è stata adattata in modo da poter essere utilizzata per intervenire su più condizioni cliniche e un aspetto comune a queste condizioni cliniche è la disregolazione emozionale dei soggetti che ne soffrono.
Un individuo con una disregolazione emozionale vi è in parte predisposto a seguito di una vulnerabilità biologica (es. la persona ha un’elevata sensibilità e reattività), e in parte subisce un’invalidazione dal contesto (es. la reazione della persona viene sminuita).
Il Dott. Cavicchioli ha illustrato una revisione della letteratura attualmente in corso in merito al Disturbo di Personalità Borderline (DPB), una condizione psicologica che può essere descritta con il termine “instabilità”. Sembrerebbe che l’esordio di DBP venga influenzato da una serie di fattori che possono essere presenti durante il corso dello sviluppo:
- Aver subito delle esperienze traumatiche;
- Aver subito una svalutazione dai coetanei (es. bullismo);
- Aver avuto dei genitori con uno stile educativo disfunzionale.
I risultati preliminari della ricerca illustrata dal Dott. Cavicchioli suggeriscono la necessità di considerare nello specifico le difficoltà cliniche presenti nel corso dell’adolescenza. Nello specifico, sarebbe utile considerare le modalità con cui gli adolescenti cercano di regolare la propria emotività, e quanto vengono influenzati dal contesto sociale di sviluppo.
L’inflessibilità psicologica nella relazione tra conflitto interparentale e difficoltà internalizzanti ed esternalizzanti negli adolescenti: uno studio di mediazione
Le Dott.sse Giani e Crepaldi hanno concluso il simposio presentando i risultati di un recente studio promosso dal Child and Youth Lab della Sigmund Freud University. L’obiettivo di tale ricerca era di indagare se l’inflessibilità psicologica degli adolescenti potesse in qualche modo influenzare l’impatto negativo che una situazione conflittuale tra i genitori ha sulla loro salute mentale.
Negli ultimi anni, diversi studi hanno mostrato che un contesto conflittuale all’interno della coppia genitoriale ha un impatto sul benessere dei figli adolescenti (Harold & Sellers, 2018; Wang et al., 2021). Le Dott.sse Giani e Crepaldi hanno illustrato come il livello di inflessibilità psicologica dei figli abbia un ruolo all’interno di questa relazione.
L’inflessibilità psicologica comporta una perdita di contatto con i propri valori e la tendenza a considerare le proprie esperienze interne (es. pensieri, emozioni, ricordi) come negative, portando la persona ad evitarle (Hayes et al., 2013). L’inflessibilità psicologica è strettamente connessa all’esordio di disturbi psicopatologici di vario tipo, e nello studio presentato influenza le difficoltà emotive e comportamentali dei figli adolescenti.
Emerge quindi la necessità di intervenire sugli adolescenti con l’obiettivo di promuovere il loro livello di flessibilità psicologica, ovvero la “capacità di essere nel qui e ora, facendo esperienza e accogliendo, quanto accade (dentro e fuori di noi) e di muoversi verso i nostri valori più profondi” (Moderato et al, 2022).
Le Dott.sse hanno concluso con una considerazione conseguente alla ricerca presentata: non possiamo dimenticare che gli adolescenti fanno parte di un sistema familiare, e quindi un intervento volto a migliorare la flessibilità dei singoli membri del sistema-famiglia potrebbe garantire un miglior benessere psicologico generale.